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Un calice di bianco o un flûte di champagne?
Un salutare dilemma.

E' stata una settimana complessa, scandita da alcune delle grandi festività laiche dell'anno, con tutta la sua lunga teoria di personaggi, di dichiarazioni, di critiche e di contumelie. Poi il 7 maggio si aprirà il Conclave e quindi, curiosamente, si è scatenato il tifo di molti ex-comunisti veri, insomma, degli eredi storici dei fieri mangiapreti e del chi-non-lavora-non-mangia, che adesso dichiarano sostegno per il Cardinale Zuppi, il quale penso abbia fatto i suoi bravi cardinalizi scongiuri, perché quegli stessi sostenitori sono anni che non ne azzeccano una, di previsioni.
Fortunatamente è bel tempo e nonostante che abbia un giardino trasformato in una foresta pluviale con tigri e leopardi e che dovrei tagliare l'erba, me ne sto buono a leggere comodamente rilassato su una sedia a sdraio, al sole. Devo dire a mia discolpa che ogni volta che mi propongo seriamente di tagliare l’erba piove e non voglio rovinare le ferie altrui facendo un’operazione ad alto rischio. Sono buono d’animo.
Spigolando tra le novità della letteratura scientifica, ho trovato uno studio pubblicato sul Canadian Journal of Cardiology, rivista scientifica molto seria e fededegna che mi ha molto divertito e che vorrei condividere con voi.
Si tratta di uno studio statistico piuttosto robusto eseguito comparando sistemi analitici diversi sui fattori che possano ridurre il rischio dell'arresto cardiaco improvviso (ACS), che è responsabile di oltre 65.000 decessi all'anno in Germania e circa 60.000 in Italia, tanto per dire, e frequente in una fascia di età che si sta lentamente abbassando. Gli autori hanno analizzato oltre 500.000 persone nel Regno Unito, identificando 56 fattori di rischio modificabili per l'ACS. Tra questi, è emerso come fattore protettivo il consumo moderato di vino bianco e champagne, che ridurrebbe significativamente il rischio di ACS. Questi benefici si aggiungerebbero a quelli noti del vino rosso, suggerendo che anche altre varietà di vino potrebbero contribuire alla salute cardiovascolare. Lo studio quindi evidenzia l'importanza di uno stile di vita sano, che include una dieta equilibrata, attività fisica regolare e un consumo moderato di alcol, nel prevenire eventi cardiaci gravi di oltre il 60 per cento. Gli autori ribadiscono che, nonostante che i meccanismi non siamo ancora del tutto chiariti, l'evidenza del beneficio del consumo moderato di vino è difficilmente confutabile e che gli effetti del consumo moderato di queste bevande alcooliche sia più complesso di quanto assunto fino ad ora.
Noè ringrazia, ovviamente, per la validazione scientifica di una sana abitudine dell'uomo a partire dalla Preistoria e che per conservare e bere il vino con il giusto rispetto ha ideato botti, vasi (inventando la ceramica), brocche, olpe, crateri di bronzo, d'argento e d'oro, bicchieri, calici, nappi e tònfani. Non c'è scavo archeologico che non ce ne restituisca almeno un frammento. E questi strumenti non nacquero per l'acqua: per quella bastavano le mani a coppa, un otre o una borraccia. Se è giustamente condannata l'ebbrezza (e il nostro Noè ne sa qualcosa), solo l'asceta più intransigente può pensare che un bicchiere di vino consumato durante il pasto possa distrarre la mente dal pensare a Dio: evidentemente quei pii uomini d'Oriente che ciò hanno predicato possedevano dei bicchieri veramente capaci e dei vini potenti ed evidentemente libavano a digiuno, per schiantarsi con un calicetto. San Benedetto, ascetico ma pratico, concedeva al monaco circa due litri di vino al giorno. E pregavano e lavoravano. Tanto per dire.
Comunque sia, se l'arresto cardiaco può essere prevenuto consumando moderatamente champagne o vino bianco, si devono trarre alcune conclusioni interessanti. Lasciamo perdere il flute di champagne al giorno: se sei solo non lo puoi fare a casa altrimenti sei costretto a farti tutta la bottiglia "sennò addio bollicine" e non sempre hai in paese o nel quartiere un bar che offra buon champagne: e comunque un qualche buon champenoise italiano si trova anche al supermercato. Ma sul vino bianco non ci sono scuse. Fermo o mosso. Puoi gustarti un calice di ribolla gialla del Collio Goriziano o di quella spettacolare di Corno di Rosazzo, un bicchiere di buon Aglianico del Sannio o un gotto di Vernaccia di San Gimignano (quella di Ghino di Tacco e dell'abate di Clugnì), tanto per citare qualche vino a caso, dato che la nostra cara Enotria ha più vini e vinelli diversi che città. Questa operazione migliora lo spirito oltreché fornire rosveratrolo ed altre sostenze preziose per la salute cardiaca. E si sa, meno stress, meno arresti cardiaci. Quasi lapalissiano, se non fosse che una dimostrazione scientifica non fa mai male.
Due considerazioni accessorie:
- E adesso chi glielo dice alla esimia collega Prof.ssa Antonella Viola, che non perde occasione per ribadire che non bisogna assolutamente bene vino ma che dobbiamo bere solo acqua, ovviamente non zuccherata perché lo zucchero fa male? Sarà forse per questo che i dem (insomma quelli tra i fan del Card. Zupppi) l'avevano proposta come candidata Governatore/ice/a/* in Veneto, ovvero in una regione che pazientemente e con amore produce (e beve) Prosecco di Valdobbiadene, Soave di san Martino, Bianco dei Colli Berici, Tocai del Garda, Garganega, Bianco di Custoza, Recioto di Gambellara e tanti altri? Pare comunque che lei abbia risposto (in privato) qualcosa come "no, grazie. Sono astemia ma mica scema" e la cosa è finita lì .
Scommetto che se costoro fossero cardinali in Conclave proporrebbero di eleggere Giorgio Odifreddi al soglio pontificio.
Prosit!
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