Bel colpo, cuginetti!

Postilla olimpionica

Dopo il mio ultimo post, un amico mi ha inviato un messaggio abbastanza colorito e divertente, chiedendomi come mai non avessi parlato di quello che è successo dopo l'arrivo del cavallo meccanico sotto la Torre Eiffel. Gli ho risposto che, semplicemente, nel momento in cui ho notato il Presidente Mattarella sotto l'acqua e Macron all'asciutto, ho spento la televisione. Per cui non ho visto quello che è successo dopo. Ovviamente ho seguito piuttosto divertito le polemiche dei giorni successivi, ringraziando la mia bassa tolleranza verso le cafonate che mi ha permesso, quella sera, di salvare il mio duodeno da fastidiose ulcerazioni. Ho letto la protesta dei vescovi francesi, un po’ deboluccia, ma oramai non c’è più nessuno capace di sventolare panche come Don Camillo, neanche nel clero francese. D’altronde quando si fa capire che è più importante l'integrazione, la multiculturalità o il relativismo religioso che non l’istituzione stessa che è la pietra angolare del cristianesimo (tu es Petrus etc. etc.), non è difficile che qualche ragazzaccio si prenda gioco di te. Insomma se hai fatto capire negli anni, con le parole e con le opere, che si può scherzare coi santi libere et impune, al massimo puoi esprimere il tuo disappunto, ma poi basta. Però magari il Soglio di Pietro che scaglia una bella scomunica sarebbe stato uno spettacolo altrettanto coreografico e molto significativo. Un po’ fuori moda, lo capisco. Infatti due giorni dopo, all’Angelus, il buon Francesco papa ha parlato sì di Olimpiadi, ma come occasione per fare cessare le guerre. Tutto qui? L’avevano capito anche a Olimpia, al tempo degli dei falsi e bugiardi: bello sforzo. Non una parola sull’inaugurazione parigina.

Per puro divertimento mi sono immaginato uno scenario alternativo: il geniale regista olimpico, per omaggio multiculturale ma politically correct, mette in scena una parafrasi del Isrâ' wal Mi'râj ovvero del miracoloso viaggio in cielo del Profeta Muhammad (la pace sia di lui). Un bell'ascensore, enorme e dorato, agganciato alla Torre Eiffel che sale fino ad incontrare un enorme Arcangelo Gabriele, pittato e vestito da drag queen che gli dice, rappando: “benvenuto fra’ / questo è il regno d’alla’ / Pah, tah”. Sarebbe stato molto coreografico, blasfemo e di pessimo gusto: quindi perfetto. Anche se sono certo che il geniale regista adesso vivrebbe scortato da un esercito anche al bagno. Charlie Hebdo docet.

Ma la cosa più divertente è che la protesta più veemente a difesa della cristianità, udite udite, è venuta dall'altra religione del Libro, ovvero dall'Islam. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan e la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, hanno contestato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, esprimendo la loro profonda contrarietà per quello che è successo a Parigi, dove sono stati ridicolizzati la religione cristiana e Gesù Cristo. Erdoğan ha addirittura annunciato che telefonerà al Papa. Immagino per solidarietà. O forse per dargli del bischero.

Questa è veramente una notizia interessante ma anche abbastanza inquietante, a pensarci bene. Io capisco che gli intellettuali che scrivono su certi giornali hanno notato soltanto il fatto che Trump si è allineato con l’ayatollah, senza però capire la profonda minaccia dietro tutto questo.

Pensateci bene: questi due personaggi che si ergono, in latitanza dei legittimi amministratori, a difesa dei nostri valori religiosi, sono proprio gli emblemi di tutto ciò che è antiliberale! Certamente non sono gli amici della cultura europea, che è stata forgiata anche dal Cristianesimo, religione che ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo di quei valori di uguaglianza, libertà e soprattutto di benevolenza di cui nessuno di noi potrebbe più fare a meno, anche nei momenti in cui questi valori sembrano appannarsi. Valori che loro temono. Meno male, ci fanno capire tra le righe, che ci sono loro: contro i debosciati, pronti a riportare l’ordine. Il loro.

Bel colpo, cuginetti! Proprio una bella Cena. Un’altra ranocchia?

Reply

or to participate.