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Voi suonerete le vostre trombe ...
... ma fate che siano quelle giuste!

Eh si. Sono un ascoltatore risentito, almeno secondo la classificazione di Adorno. Classificazione che a me ha fatto sempre innervosire: ma è Adorno, quello che diceva che Schoenberg era il progresso e Stravinskij la reazione.
Dicevo che sono un patito della filologia musicale e quindi probabilmente sono un po' snob, ma pazienza. Visto che oramai se si vuole ascoltare un po' di musica interessante che non derivi dal jazz bisogna ascoltare la musica del passato, a me piace ascoltarla secondo lo stile del tempo. Il che non tarpa assolutamente le ali alla fantasia e alla personalità dell'esecutore, beninteso, ma semplicemente gli dà delle regole, un ambito preciso dove muoversi. Altrimenti è "contaminazione" (orrore! sa di germi e di malattie) o fusion (che mi ricorda la bomba H) ed altre amenità che non mi interessano per nulla. Come dico ogni tanto, o fai musica medievale o fai Branduardi. Tertium non datur. Constatata la morte della musica medievale perchè non ha un vero mercato discografico e quella che si sente in giro è spesso in mano a strana gente, che batte il tamburo sui madrigali e suona il salterio a percussione o il flauto dolce (no, non c'erano nel XIV secolo, mettetevi l'animo in pace) o che brandeggiano la viola come fosse una viola da gamba e l'accordano come un violino, insomma poca roba, ci dobbiamo necessariamente rivolgere alla musica scritta dopo la "seconda prattica" monteverdiana, cioè alla musica “barocca”. Che poi è quella che rende denaro alle case discografiche e ai teatri d'opera.
Bisogna dire che mi sono rassegnato ad ascoltare, nelle parti che lo richiedono, i "controtenori", insomma i falsettisti che tentano spesso con moderato successo e innegabile bravura tenica, di imitare la voce e la tecnica dei castrati. Certo, anche se ci fosse un mercato straordinariamente ricco e fiorente di voci per il teatro musicale barocco, troverei immorale oggi andare a castrare preadolescenti per trovare un nuovo Senesino e fargli cantare il Rinaldo di Haendel. Per cui in questo caso il rigore si scontra con un problema insolubile: i castrati si sono estinti come il silfio partico, per cui se vuoi cucinare dal ricettario di Apicio o usi un sostituto o t'arrangi e se vuoi ascoltare il Flavio ti devi accontentare (si fa per dire) di Philippe Jaroussky. Altrimenti ti becchi la Bartoli che quando canta fa le facce.
Ma la tromba no. Quella non mi va giù. Capisco che anche i musicisti devono portare pane abbondante a casa: sono più che d'accordo. E che un buon violinista barocco può anche suonare Beethoven in orchestra cambiando la tecnica (e lo strumento, archetto compreso) o che un oboista barocco, dopo essersi fatto anni di esercizi su uno strumento pieno di chiavi e molto impegnativo, abbia deciso di apprendere una nuova tecnica, una diversa espressività e compagnia bella per suonare l'oboe d’amore o il taille nelle cantate di Bach. E che per fare la stessa cosa i trombettisti fanno più difficoltà: li capisco, ma ognuno ha la propria croce da portare. Ma che gli stessi trombettisti abbiano adottato la "tromba barocca" per il repertorio ”antico” è, diciamocelo francamente, una frode bella e buona. Come suonare un liuto con sei corde accordato come una chitarra e suonato come una chitarra o come suonare l'oud nella musica trovadorica. A parte che la tromba, praticamente senza variazioni importanti, è rimasta la stessa dal medioevo allo strumento con chiavi dell'epoca di Haydn, questa tromba (che oggi chiamano "tromba naturale") ha un suono chiaramente diverso dalla "tromba barocca". Insomma proprio nessuno avrebbe da ridire se ascoltasse la "Promenade" di Quadri di un'esposizione orchestrata da Ravel eseguita col flicorno soprano?.

Mi spiego meglio. La tromba "naturale" è un tubo cilindrico dove da una parte c'è un bocchino e dall'altra una campana conica. Un tubo bello lungo che viene ripiegato su se stesso per comodità. Giocando con le labbra sul bocchino, la tromba può emettere oltre una ventina di suoni armonici della nota fondamentale, che dipende dalla lunghezza del tubo. Se vi ricordate qualcosa di acustica, sapete che rispetto alla scala "temperata" (quella di oggi) i suoni "naturali" hanno una diversa intonazione: alcune note sono "calanti", ad esempio. Per farla breve, le trombe naturali hanno alcune note "stonate". Anche le voci "a cappella" sono "stonate" rispetto alla scala temperata, perché tendono per natura a utilizzare la scala "naturale", tanto è vero che vanno "corrette" (a meno che non facciate musica antica, ma questo è un discorso complicato da farsi anche con gli addetti ai lavori). Insomma, questi armonici vanno "corretti" più o meno, a secondo del temperamento della scala che dovete usare. Nel violino, nell'oboe o nel flauto la correzione non comporta grandi problemi: ci si adatta facilmente. Nella tromba invece è difficile correggere le note "stonate" con il solo aiuto del labbro. Sta di fatto che di queste “correzioni” non ce n'era bisogno più di tanto quando si suonava nei secoli prima dell'800, perché gli strumenti a suono fisso (per esempio l'organo e il clavicembalo) erano accordati con sistemi molto più vicini alla scala "naturale" che non il sistema "temperato". Tanto è vero che quando il sistema temperato è stato universalmente adottato, nel XIX secolo, si sono dovuti inventare pistoni e cilindi da applicare al corno e alla tromba perché altrimenti i poveri trombettisti non ne usicivano fuori. I cornisti un po’ meno: l'intonazione del corno si può aggiustare ficcando la mano nella campana; ne viene fuori un suono un po' più sordo ma l'uditorio lo sapeva e c'era abituato. Appunto: abituato. Però se si vogliono vendere dischi a più persone possibili si deve usare il sistema temperato, magari con il la a 415 Hz e non a 440 Hz perché fa più figo. Certo, col sistema temperato si perdono delle raffinatezze: pensate ai Fiori Musicali di Girolamo Frescobaldi eseguiti con uno strumento a tasto accordato come nel '500, con gli intervalli diversi fra loro e quindi con una tavolozza di suoni a disposizione del musicista veramente incredibile e, ovviamente, pienamente sfruttata dal compositore. Tutta un'altra esperienza. Ma queste raffinatezze l'industria non le conosce. Per cui i costruttori moderni per ovviare in gran parte al problema hanno messo alla tromba naturale alcuni fori nella canna, che l'esecutore può coprire con le dita per "aggiustare" meglio la nota. Questo comporta non solo che la tromba "barocca" va rivolta verso il basso per poter meglio "diteggiare" e non in orizzontale, ma soprattutto che la fisica acustica dello strumento viene irreparabilmente stravolta. Insomma per riuscire ad apprezzare il suono della tromba antica, dolce e personale, bisogna andarsi a cercare quei pochi artisti che hanno dedicato il loro lavoro, spesso per lunghi anni, alla tromba naturale. I Madeuf, i Conforzi, gli Zimmermann. Però ne vale davvero la pena.
E pensare che c'è gente che si straccerebbe le vesti, oggi, di fronte a una viola da gamba o un violoncello barocco muniti di "puntale" come il violoncello moderno! Le stesse persone non hanno nulla da dire sulla tromba barocca? Allora si meritano Branduardi.
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