- NEANDERTHAL
- Posts
- Povero Formoso!
Povero Formoso!
Storie di Antipapi

L’estate è, o perlomeno lo era, il tempo delle letture di evasione. In vacanza, sotto l’ombrellone di un qualche lido costiero o all’ombra degli abeti di montagna, una sana lettura perfeziona quel distacco temporaneo dallo stress del lavoro e dalla quotidianità.
Generalmente i più gettonati sono i romanzi gialli, più o meno facili da leggere, con una conclusione più o meno logica e soddisfacente: insomma, una letteratura di poco sforzo. Ne ho scritto anch’io uno, qualche anno fa, dedicato a chi apprezza l’intreccio storico.
Ma oggi vi vorrei consigliare una lettura molto amena e interessante, che non è propriamente un giallo, anche se non mancano intrecci — talora decisamente macabri e, a tratti, perfino divertenti. È un libro da leggere come un romanzo e, magari, da tenere a portata di mano anche dopo le vacanze, per rileggerlo ogni tanto.
Vent’anni fa mi ero interessato alla biografia di un autorevole domenicano di Cividale del Friuli, tra l’altro abile musicista, vissuto a cavallo tra il XIV e il XV secolo. In quell’occasione mi imbattei (è il verbo giusto) nel Grande Scisma d’Occidente: un pasticciaccio brutto, consumatosi tra Avignone, Roma, Pisa, imperatori, re e nobiltà romana, che vide il papato lacerarsi fino a un punto quasi grottesco. A un certo momento (che non vi racconto per amor di brevità), sulla cattedra di Pietro sedevano — per modo di dire — ben tre papi, ciascuno convinto di essere l’unico legittimo.
Un papa e due antipapi? O tutti e tre illegittimi? Perché il papa, si sa, è uno solo, e non può essere rappresentato da un triunvirato: questo lo sanno anche i bambini del catechismo.
Ci volle un concilio, quello di Costanza, per rimettere ordine: si azzerò tutto e si elesse un nuovo, unico papa “legittimo”, Martino V. Giovanni XXIII (sì, Roncalli ebbe poi il coraggio di prendere il nome di un antipapa), e Benedetto XIII furono dichiarati tali, mentre Gregorio XII, che stava a Roma, ebbe la buonagrazia di dimettersi e ritirarsi in convento. Fine dello scisma. Correva l’anno 1417.
Va detto, però, che non era certo la prima volta che due o più papi si contendessero il primato di Roma e della Cristianità. Quella degli antipapi (che, fino al tardo Medioevo, non venivano chiamati così) è una vicenda che inizia presto, perlomeno agli inizi del III secolo, e che assume toni quasi farseschi quando il nascente impero franco-germanico tenta di mettere le mani sull’elezione papale.
Forse qualcuno ricorderà il cadavere putrefatto di papa Formoso, rivestito con gli abiti pontificali e posto sul trono, difeso da un povero e terrorizzato diacono, mentre doveva “rispondere” a un processo per eresia montato dal suo successore, Stefano VI. Non era, in realtà, una questione di eresia, quanto di fedeltà politica. Ma tant’è.
Immaginiamoci la scena: il corpo di Formoso viene condannato, gli vengono strappati gli abiti, e il povero cadavere, ormai nudo, è consegnato alla folla urlante, che lo smembra e lo getta nel Tevere. Era il febbraio dell’897.
Andò meglio — si fa per dire — a Gregorio VIII, dichiarato antipapa e condotto per le strade di Roma a dorso d’asino (o, forse, di cammello), con il volto rivolto verso la coda dell’animale, costretto a usarla come briglia: uno spettacolo di pubblica umiliazione. Siamo nel 1121. La lotta tra Impero e Papato è in una fase di recrudescenza, e il povero Gregorio ne paga le conseguenze.
Insomma, se qualcuno avesse avuto dubbi sulla presenza contemporanea di due papi (magari uno “emerito”), sappia che l’argomento è da sempre piuttosto confuso — anche in punta di diritto canonico. Ma sappiamo anche che si tratta di incidenti di percorso, in una Istituzione che resiste da duemila anni. Nonostante tutto.
Come doveva pensare Abraam giudeo, nella seconda novella del Decameron di Giovanni Boccaccio.
La storia degli antipapi è insomma appassionante, e il libro che vi consiglio, Antipapi (Laterza, 2023), recentissimo vincitore del Premio Cardinale Mario Giordano, ne è la prova scritta. L’autore, Mario Prignano, giornalista colto e storico scrupoloso, riesce con uno stile piacevole e sempre vivace a suggerire al lettore una rilettura critica di queste figure: gli antipapi, bollati per secoli come usurpatori del trono di Pietro, ma in realtà protagonisti della costruzione stessa del papato romano, per come lo conosciamo oggi.
Buona lettura!
Reply