Dante a Treviso

Scuole di ordinaria follia.

Ma perché ce l’hanno tanto con Dante? Forse perché non può essere preso come esempio di quel relativismo “accogliente” che affascina molti prelati eretici ed ex liceali ormai attempate? Chissà.

A Treviso due allievi musulmani di una scuola di non so che ordine o grado sono stati esentati dallo studiare la Divina Commedia (si, quell’operetta che mette Maometto all’inferno) da un professore “scrupoloso” che pare abbia invece “inflitto” loro Giovanni Boccaccio. Magari il Decameron, novella terza della prima giornata, quella delle tre anella. Una colossale stupidaggine che mostra come l’ignoranza e l’ignavia di alcuni (e sono molti) rappresentanti del corpo docente italiano abbia da tempo superato il limite. Sono troppo diretto? Sono troppo duro? Non mi sembra proprio. Tra l’altro questi ragazzi dovrebbero essere esonerati anche dallo studio della filosofia, visto che uno come Ibn Sina, per gli amici Avicenna, oggi, verrebbe fatto impiccare da un qualsiasi tribunale islamico iraniano. E poi, non vorremmo mica contaminare le loro giovani menti ortodosse non dico con Cartesio ma ad esempio con un eretico quale Abu al-Walid Ibn Rushd, per gli amici Averroè?

Comunque e nonostante che qualche “intellettuale” portatore sano di cattedra universitaria continui a ribadire l’inutilità dello studiare Dante, questo è: se vuoi studiare in Italia devi studiare Cavalcanti, Dante, Metastasio, Foscolo, Manzoni, e anche il Carducci, quello dell’inno a Satana. Altrimenti devi andare a studiare altrove: non siamo mica gelosi. Anche perché se a scuola cominciamo a fare differenze di professione di fede o di politica, potremmo a fatica insegnare l'aritmetica (ma anche no, visto che qualche predicatrice laica sostiene che la matematica è di cultura bianca ergo suprematista).

Quanto al docente “scrupoloso”, gli consiglierei la lettura di un articolo di Amos Bertolacci pubblicato nel 2002 su Medioevo, Rivista di filosofia medievale, di cui cito qui un passo:

Si può infatti rintracciare nella Divina Commedia un modello paradigmatico di quello che storicamente è stato il rapporto del mondo latino-cristiano medievale con il mondo arabo-islamico, in cui l’apporto della cultura araba ha funto da ponte di connessione capace di oltrepassare i muri della contrapposizione religiosa senza risentire dei sommovimenti e delle agitazioni della politica, di allora come di adesso.

Mi sembra che questo non sia difficile da capire o da spiegare, specialmente se Dante lo insegni per professione - o almeno perché ti paghiamo per questo e quindi non sei costretto per campare a scaricare cassette di frutta ai mercati generali. Se oltre che ignorante sei anche un ignavo, quando sarà il momento farai jogging dietro un’insegna e i vermi ti mangeranno i piedi, ma nell’attesa te ne dovresti restare a casina tua, non andare a far danni nella scuola pubblica. Sindacati, dirigenti, magistrati o Valditara a prescindere.

Scusate lo sfogo.

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